Al momento stai visualizzando La sindrome dell’intestino irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile

Per Sindrome dell’Intestino Irritabile, spesso impropriamente definita Sindrome del Colon Irritabile, si intende la contemporanea presenza da almeno 6 mesi di: dolore addominale ricorrente, stipsi e/o diarrea, gonfiore addominale.

Si stima che almeno il 5-10% della popolazione mondiale ne soffra con il tipico andamento cronico-recidivante.

Le cause di tale disturbo sono molteplici: scorretto stile di vita, stress, assunzione cronica di farmaci (soprattutto antinfiammatori, antibiotici, gastroprotettori), dieta sbilanciata, abuso di alcool, fumo di tabacco, infiammazioni intestinali e Disbiosi Intestinale (alterazione della flora microbica intestinale).

Chi soffre di tale sindrome, spesso presenta anche più o meno evidenti sintomi extra-intestinali quali: stanchezza cronica, cefalea, insonnia, dolori osteoarticolari migranti, fibromialgia, dolori pelvici, disfunzioni della sfera sessuale, disturbo dell’umore di tipo ansioso o ansioso-depressivo, afte al cavo orale e, particolarmente nel sesso femminile, cistiti o vaginiti ricorrenti 🩺.

Pur non essendo una vera e propria patologia, è evidente che la Sindrome dell’Intestino Irritabile rappresenti una problematica debilitante per chi ne soffre, condizionando spesso sensibilmente la qualità della vita. Come ormai confermato dalla Letteratura Scientifica, nel paziente con Sindrome dell’Intestino Irritabile è sempre presente una condizione di Disbiosi Intestinale, ovvero un’alterazione complessa della flora microbica intestinale a cui si associa una cronica infiammazione sistemica.

Tale condizione va necessariamente indagata e corretta, unitamente ad una valutazione complessiva dello stile di vita e delle abitudini alimentari del singolo paziente. In casi particolari, escluse patologie vere e proprie a carico dell’intestino mediante accertamenti specifici (esami ematici e fecali, eventualmente TAC addome e colonscopia laddove necessarie ai fini diagnostici), può essere utile ricorrere anche a farmaci sintomatici e, in caso di evidenti sintomi ansioso-depressivi, anche ad una terapia psicologica di sostegno.